3. UTILIZZARE LE MELE NELLA COLTIVAZIONE DI CANNABIS SATIVA L.
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Perché le mele? Quante mele occorrono? Quanto devono esser mature? Innanzi tutto, prima di rispondere a queste domande ed addentrarsi nel mondo dei fitormoni, dovremmo munirci di pazienza e cercar di apprendere alcune nozioni basiche di biologia vegetale e tassonomia.
Parliamo di mele, un frutto! A tal proposito inizierei con lo stigmatizzare un dogma:
Le cime di marijuana sono frutti e non fiori. Le cime che consumiamo dalle piante di cannabis femminili non sono fiori, come è stato pensato da sempre. In realtà, dovremmo riferirci ad esse come infruttescenza partenocarpica o direttamente frutto partenocarpico… ma cosa significa?
Ebbene, i fiori non danno semi, se i semi escono dalle cime di cannabis femminile, è perché sono frutti e non fiori come si pensava in precedenza.
I frutti partenocarpici sono presenti solo in alcuni tipi di piante, e sono le formazioni che si creano quando i maschi non impollinano le femmine, quelli che da sempre abbiamo chiamato fiori o cime di “Sinsemilla”. Sganciata la bomba, se vi interessa approfondire, cercatevi le numerose pubblicazioni di questo baldanzoso ricercatore [Kenzi Riboulet-Zemouli].
Tornando alla mela, si tratta di un frutto climaterico, forse il più climaterico di tutti, ed è per questo che se ne sconsiglia la conservazione vicino ad altra frutta; essa infatti, così come altri frutti climaterici (banana, kiwi, melone, pera, pomodoro ecc.) continueranno a maturare anche dopo la raccolta sviluppando un gas chiamato etilene, un gas che guarda caso è anche un ormone fitoregolatore.
Tra le svariate proprietà di questo ormone vi è l’innesco della fase di fruttificazione o come la vecchia scuola definisce per la canapa la fioritura appunto.
L’etilene è un fitormone gassoso di natura endogena, ciò vuol dire che innesca una vera
e propria reazione a catena sul frutto stesso e sulle altre piante e frutti che gli sono vicino.
L’etilene, dunque, è solo uno di una lunga lista di stimoli o fattori di induzione antogena (per semplificazione parliamo ancora di fioritura per la canapa), seguito da altri stimoli esogeni come ad es. l’esposizione alla luce, la temperatura, il ph ecc, e cosa interessante, anche gli stress fisici come ad esempio la potatura o una abbondante defogliazione forzata; ma di questo così come altri fitormoni ne parleremo in altri approfondimenti.
Oltre ad accelerare i processi respiratori e, di conseguenza, l’evoluzione della maturazione; l’etilene vanta anche il più vistoso tra gli effetti della maturazione, e cioè il cambiamento di colore, determinato dal gioco tra 3 famiglie di molecole pigmentate:
a) clorofille,
b) carotenoidi e caroteni,
c) antociani, flavoni e xantofille .
Con i processi di maturazione, vengono attivati inoltre gruppi enzimatici che permettono i cambiamenti di gusto e compattezza delle cime, non a caso la scelta del momento ottimale di raccolta determinerà le qualità finali del frutto dopo un definito periodo di conservazione.
Nell’esempio, frutti raccolti troppo precocemente non raggiungono mai buone caratteristiche qualitative, mentre frutti raccolti troppo tardi “perdono” di qualità durante la conservazione.
Per le specie da frutto eduli e fumabili accanto ad un continuo accumulo di sostanze attrattive e di riserva (zuccheri, amido, resina), si registra generalmente un ammorbidimento dei tessuti della polpa, un aumento del grado zuccherino, una diminuzione dell'acidità, il cambiamento di colore nonché lo sviluppo di aromi.
Nella canapa ciò va inteso come un ultimo disperato tentativo da parte della pianta, di attrarre impollinatori, il che spiega la maggiore suscettibilità in questa fase ad infestazioni parassitarie.
Quante mele dovrei mettere nella mia growroom?
Premesso che il quantitativo varia dal grado di maturazione delle stesse, (più sono mature più etilene producono) bisogna generalmente attenersi ai 6kg/mq, in fase di media maturazione, da inserire alla fine della seconda settimana di fioritura o in
corrispondenza alla fuoriuscita dei caratteri sessuali femminili.
Ovviamente in colture idroponiche indoor, dove i ritmi di accrescimento sono notevolmente accelerati, occorrerà introdurre mele con un grado di maturazione leggermente avanzato per far si che il picco produttivo di etilene coincida con gli ultimi giorni di vita della pianta. Nessuna differenza di specie, le più economiche sul mercato andranno benissimo.
Quando toglierle? Prima che comincino a marcire! La presenza
di moscerini sarà un chiaro campanello d’allarme. Su questo numerosi growers ne fanno segreto ma va da se che non esiste una ricetta ufficiale. Ottimi risultati si ottengono anche continuando a tenerle durante i primi 10gg in fase di essicazione.
E’ estremamente importante rispettare i giusti tempi. Mele troppo mature, nella scorretta fase evolutiva produrrebbero una serie di effetti negativi sul rapporto qualitativo e quantitativo del raccolto.
Uno tra i più temuti effetti collaterali è l’ermafroditismo causato da eccessiva maturazione; È una sorta di sistema di sopravvivenza della pianta, la quale,
quando percepisce che la sua morte si avvicina e non è stata fecondata, crea dei fiori maschili per autoimpollinarsi e cercare di continuare con il lignaggio. Ci sono molte femmine sessualmente stabili che sopportano molti tipi di stress senza mostrare segni di ermafroditismo, ma che in caso di eccessiva maturazione finiscono per produrre fiori ermafroditi. Nei casi meno gravi potreste invece incorrere nell’epinastia, un fenomeno nel quale le foglie oppure i rami si piegano verso il basso come ad esempio accade a seguito di un severo stress idrico, oppure potrebbe verificarsi un ingiallimento e caduta prematura delle foglie fenomeno noto come abscissione. In questo caso, come per l’ermafroditismo, il processo è irreversibile.